L’estate si sta poco per volta avvicinando, il caldo già si fa sentire su tutta la Penisola e, per alcune regioni costiere del Mediterraneo, è ormai quasi arrivata la stagione della decortica, un rituale davvero molto raro che, nei mesi a cavallo tra primavera e estate, si svolge in alcune zone del Nord Africa, della Spagna e della nostra Sardegna.
La domanda sorge però spontanea: cos’è la decortica? In realtà la risposta è semplice: si tratta infatti del procedimento con il quale il sughero, materiale ancora oggi utilizzatissimo, viene separato dal tronco dell’albero che lo produce.
Un processo insomma molto delicato, perché la decortica non ha niente a che fare con le normali tecniche di estrazione del legno dagli alberi, né tanto meno è un qualcosa che possa portare alla deforestazione delle zone interessate. Niente di tutto ciò: la decortica è un rituale antico e perfettamente in equilibrio con i cicli naturali, capace di rigenerare la pianta.
Un’operazione che quindi è davvero necessaria per la vita dell’albero, che così è pronto a rinascere l’anno dopo. Tutto però deve essere svolto alla perfezione, con la massima attenzione e tutta la cura possibile.
La decortica viene messa in atto proprio quando il caldo inizia a farsi sentire e quando la linfa scorre tra il fusto e la corteccia, che può essere estratta più facilmente. A svolgere questo lavoro, ci sono solo artigiani specializzati che vivono nelle zone della decortica e che contano proprio su questo rituale per avere una forma in più di lavoro e sostentamento.
La decortica diventa così la soluzione ideale per combattere la desertificazione sociale, oltre che ovviamente quella ambientale. Ci troviamo davanti a un processo lento: il primo sughero è infatti grezzo, non adatto alla lavorazione dei tappi. Dovranno quindi trascorrere altri 9 anni prima della seconda decortica e altri 9 ancora prima che dalla corteccia si possano ottenere un sughero con una stabilità strutturale tale da garantire le proprietà necessarie.
Con il ritmo di una decortica ogni 9 anni, la stessa pianta può quindi subire questo processo per oltre 200 anni. È proprio grazie a questa lentezza che l’imbatto ambientale della decortica è pari a zero. Si prende dall’albero il sughero necessario e si attende senza disturbare l’equilibrio naturale. Un rituale utile quindi, ma anche una preziosa lezione per le nuove generazioni e per quelle aziende che ricavano dalla terra le loro materie prime.