Tra i tanti aspetti della vita quotidiana che Internet ha contribuito a rivoluzionare, la sfera emotiva, sentimentale, passionale e amorosa non fa certo eccezione. Tanto che, ad oggi, sono oltre 200 milioni le persone che utilizzano dei servizi di appuntamenti online, contribuendo a cambiare le abitudini relazionali. Qualche esempio?
Secondo quanto rammenta l’Economist in un suo recente approfondimento, oltre un terzo di matrimoni negli Stati Uniti è conseguenza di un incontro reale che tuttavia è nato attraverso le piattaforme sociali online. Non solo: sempre secondo il noto settimanale, stanno crescendo anche le unioni interraziali, ovvero quelle che avvengono esternamente alla propria cerchia di conoscenze tradizionali. E il motivo è abbastanza semplice: i siti di incontri online favoriscono proprio una conoscenza più trasversale e meno limitata rispetto a quella che potrebbe essere favorita dalle cerche di amici, dalla scuola, dal luogo di lavoro, e così via.
Insomma, negli Stati Uniti – ma gli esperti di www.arcaton.com sottolineano che questa tendenza sia in atto in modo crescente anche da noi – Internet è diventato lo strumento più potente e più efficace per poter trasformare i single in persone appartenenti a delle coppie. Tutto qui? Non proprio.
Le conseguenze di quanto sopra si stanno facendo pesantemente sentire anche dall’altro lato, quello dei divorzi. Pare infatti che le coppie che sono nate online durano mediamente di più, con ciò che può pertanto essere determinato sotto il fronte valutativo. Probabilmente – sostengono gli esperti citati dal settimanale – questa maggiore resistenza della relazione nata online è legata al fatto che generare una conoscenza da Internet al mondo reale richiede un po’ più di fatica, e che dunque le persone che hanno fatto scoccare la scintilla tramite web hanno più motivazione a mantenere acceso il fuoco della passione rispetto a quelle che magari hanno ottenuto una conoscenza diretta reale.
Più o meno per le stesse motivazioni, sottolinea ancora l’Economist, si registra una maggiore resistenza delle unioni determinate dalle persone dello stesso sesso. Probabilmente, anche loro (o, forse, soprattutto loro), hanno dovuto superare maggiori criticità per poter vedere riconosciuta la propria unione e, proprio per questo motivo, hanno maggiore determinazione a proseguire nel mantenimento della relazione.
Guai infine a pensare che la tendenza di cui sopra sia solo statunitense o occidentale. I dati statistici più recenti ci dicono ad esempio che in Cina c’è un vero e proprio boom di appuntamenti online. Qui, però, le motivazioni sono molto diverse.
Secondo quanto rammentava il quotidiano La Stampa, che qualche settimana fa si è occupata della vicenda, nel Paese asiatico la politica del figlio unico da una parte, e la predilizione per l’erede maschio, ha determinato un forte sbilanciamento demografico tra i giovani maschi e le donne, con i primi che sono ben più numerosi delle seconde. Insomma, il paradosso è che per generazioni i cinesi non hanno preferito figlie femmine, ma ora i giovani le cercano come mogli. E il web viene in loro soccorso, denotando altresì uno sbilanciamento preferenziale straordinario: il 60% delle donne “viste” dagli uomini viene gradito, mentre è solo del 6% la percentuale di maschi che è gradito dalle donne.