I più importanti tesori delle chiese e dei musei del territorio di Fermo riuniti per una mostra unica del suo genere. “Dai Crivelli a Rubens. Tesori d’arte da Fermo e dal suo territorio”: è questo il nome della mirata selezione di tavole e tele monumentali, tutte a soggetto religioso, allestita da domani, 11 aprile, presso il Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro a Roma per raccontare l’incredibile fioritura artistica e la produzione pittorica delle Marche.
L’evento è organizzato del Pio Sodalizio dei Piceni e del comune di Fermo, in collaborazione della Soprintendenza delle Marche, il supporto organizzativo di Civita Mostre e il sostegno di UnipolSai. Lo scopo principale è quello di sottolineare lo straordinario patrimonio artistico della città e del suo circondario affinché ritorni al più presto alla fruizione nei siti d’origine.
Al tal fine, sono state esposte opere dal valore inestimabile: dai meravigliosi fondi oro di Carlo e Vittore Crivelli, alla Rinascenza tardiva del Dolci e del Presutti, fino alla mirabile Adorazione dei pastori di Pieter Paul Rubens e al ‘600 italiano di Pietro da Cortona e Baciccio che ancora guarda al grande maestro fiammingo.
Durante il terribile terremoto che ha colpito l’Italia centrale, sono stati registrati dei crolli anche a Fermo, tanto che alcune chiese e molti musei, compresa la Pinacoteca, sono ancora chiusi per lesioni. È in questo contesto che è nata l’idea di portare a Roma anche altri tesori d’arte, al momento non accessibili al pubblico, per dar vita ad una mostra capace al tempo stesso di documentare la ricchezza del patrimonio d’arte del fermano e di raccogliere risorse da destinare ai restauri.
La prima sezione della mostra, curata da Anna Lo Bianco, ha come fulcro le tre grandi pale raffiguranti l’Adorazione dei pastori, dal capolavoro di Rubens realizzato per la chiesa di San Filippo a Fermo al dipinto di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria del Carmine della stessa città.
La seconda sezione, curata da Claudio Maggini e Stefano Papetti, è incentrata invece sulla meravigliosa produzione di Carlo e Vittore Crivelli, che sul finire del ‘400, portano nel fermano lo splendore del gotico fiorito e dei loro fondi oro. “Veneti di nascita, sia lui che il fratello, fecero delle Marche la loro residenza”, ha spiegato Maggini. “In questa sezione ci sono nove opere, ma in realtà si tratta di ben 40 tavole dipinte, tra pale, predelle, cimase”.