Al giorno d’oggi non esiste utente di un social network qualsiasi che non se ne sia reso conto: l’erotismo e la pornografia hanno letteralmente invaso la Rete e, in particolare, il mondo dei social. Basta scorrere la Home di Facebook o di Tumblr, o farsi un giro tra le foto di Instagram, per incappare in video virali, hashtag e link che conducono senza neanche troppo passaggi intermedi a contenuti pornografici.
La Rete stessa, del resto, è strettamente connessa al porno. Basti pensare che su Internet vengono spesi 3mila dollari ogni secondo per la sua fruizione. Il legame è indissolubile, così vincolante che ormai le due realtà non riescono più a fare a meno dell’altra. L’approdo massivo sui social, nuovo “fulcro” della Rete, è stata quindi un’ovvia conseguenza.
Basta tirare fuori qualche numero per renderci conto di cosa stia accadendo. Nell’ultimo anno, l’utilizzo di videochat erotiche è aumentato del 25%, anche grazie alle nuove tecnologie capaci di rendere più immersiva l’esperienza. Su Google la ricerca delle parole “VR Porno” è aumentata del 10.000% solo nei primi mesi del 2016, da quando cioè sono stati immessi sul mercato i nuovi dispositivi per la realtà virtuale.
Per quanto riguarda Facebook, Instagram, Twitter e tutti i loro fratellini, il legame con il porno non si limita alla condivisione privata di link per siti per adulti, si è arrivati ben oltre. Esiste infatti un modo del tutto “pubblico” per condividere questo genere di contenuti. L’importante è essere creativi nel celare i contenuti somministrati. Su Instagram, ad esempio, di modi creativi per nascondere foto porno ce ne sono molti. Basta il tag giusto per accedere al quartiere a luci rosse della piattaforma.
Le condizioni di utilizzo della piattaforma parlano chiaro: è vietato postare fotografie dal contenuto esplicitamente porno, eppure qualche immagine salta al controllo. Quando poi gli hashtag “colpevoli” vengono bloccati e cancellati, basta inventarsene di nuovi, magari aggiungendo una sola lettera alla parola precedente, o utilizzando termini “innocenti”.
I webmaster delle varie piattaforme continuano a dare la caccia ai contenuti espliciti, ma questo non ha impedito però la diffusione del porno. Tutt’altro: ha stimolato nuovi modi creativi per farlo. Nuovi linguaggi condivisi, scappatoie e astuzia hanno creato delle vere e proprie aree dedicate al porno.
Il porno nei social soddisfa una pulsione voyeristica, ma anche una normale esigenza comunicativa.I social soddisfano inoltre il brivido del riuscire a oltrepassare le norme sulla privacy, di mostrare il proprio corpo e di condividere sui mezzi usati quotidianamente questi contenuti. Instagram potrebbe decidere di ascoltare i suoi utenti e creare degli hashtag definiti dove le persone possono sfogare la loro personalità.
Di sicuro diventerebbe il Re dei social. Twitter, Snapchat, Periscope e Facebook, Tumblr sono altri social a cui il porno è molto legato e certamente, in quel caso, non starebbero a guardare. La rotta presa negli ultimi anni sembra portare proprio in questa direzione. Resta da capire se gli utenti, a quel punto, avranno raggiunto la maturità necessaria per una simile realtà.
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